L’avventura di Salvador Dalí era iniziata con la sua nascita, l’11 maggio 1904, nella cittadina di Figueres, nella Catalogna settentrionale, quasi sul confine con la Francia, a metà strada fra Gerona e Perpignan. Poco distante c’è il mare Mediterraneo, nelle cui sponde le ultime propaggini dei Pirenei formano le grottesche figure di pietra dei promontori di Creus e di Norfeo. Queste strane rocce che costituiscono quasi un unico, immenso lusus naturae, rappresenteranno in seguito un robusto alimento per il delirio onirico che il pittore trasformerà in molte delle conturbanti figure che popolano i suoi quadri.Prima che Dalí nascesse, i suoi genitori avevano perso un altro bambino, morto di meningite all’età di sette anni, e al nuovo nato venne imposto lo stesso nome del fratello, quasi ad affidargli il compito di riempire il vuoto lasciato da quella morte prematura. Da ciò che si può leggere nei ricordi dell’artista – ma egli stesso farà rientrare molti di questi nella categoria di quelle che chiama false memorie – sembra che ricordare il doloroso episodio provocasse in lui un trauma affettivo indelebile. È bene ricordare che le storie e leggende familiari hanno una speciale importanza nell’arte di questo grande maestro. La maggior parte dei motivi che ricorrono nelle sue composizioni possono essere infatti visti come il riflesso più o meno deformato di paure e fantasie che affondano le radici in un’infanzia quasi mitica.