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Il volume propone un excursus attraverso i tesori artistici di Piacenza e coniuga significative e originali riflessioni sulla città dei Farnese in epoca rinascimentale e sul Tondo di Botticelli con un itinerario alla scoperta delle collezioni dei musei civici.La mole immensa di Palazzo Farnese, che si staglia netta sull’orizzonte della città sia che si giunga dalla strada di Milano sia che la si ammiri dalle prime alture degli Appennini, comunica a chi sa guardare con occhi attenti un fatto per la verità non così scontato: che anche Piacenza, come molte altre città italiane, è una piccola capitale del Rinascimento. Certo, tra i suoi monumenti più celebri e caratterizzanti c’è il Palazzo Pubblico ribattezzato nel tempo “Il Gotico”, nome che denuncia la matrice squisitamente medievale, così come al Medioevo rimandano i grandi rosoni, i campanili, le torri nolari e gli ombrosi interni del Duomo, di San Francesco, Sant’Eufemia, San Giovanni in Canale, Sant’Anna, Sant’Antonino e San Savino. I più informati sanno che i due cavalli della piazza omonima, ovvero i colossali monumenti equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese modellati nel bronzo tra il 1620 e il 1625 e sublimi capolavori di Francesco Mochi, sono sculture che si trovano ai vertici della statuaria barocca italiana.Però, il colossale palazzo voluto a metà Cinquecento dall’ambiziosa casata laziale dei Farnese, che le vicende della storia hanno fatto approdare sulle rive del Po, parla un unico e inconfondibile linguaggio: quello dello splendido e maturo Rinascimento.
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